mercoledì 28 novembre 2007

Il trionfo Longobardo e la rinascita della nostra cultura


L’evento con visite da record ha conquistato i Torinesi e i Piemontesi, confermando quella crescente e rinnovata attenzione per le radici profonde della nostra identità culturale che il nostro Movimento si propone di affermare e diffondere in chiave moderna, facendole conoscere anche al di fuori dei confini regionali. Presento qui di seguito un sunto rielaborato dell’articolo recentemente comparso su La Stampa che dà conto del considerevole successo di pubblico. Il popolo ”barbaro” di matrice germanica, comunemente noto con il termine di “Longobardi” (forse dall’uso delle lunghe barbe che incorniciavano il viso di questi temibili guerrieri), mostra il suo vero volto attraverso un percorso culturale di intensa suggestione. I Longobardi hanno conquistato nuovamente Torino, anzi hanno sedotto migliaia di visitatori provenienti anche dall’estero nelle due sedi dell’evento: quella principale di Palazzo Bricherasio e l’Abbazia della Novalesa (To).
La rassegna è stata curata da Gian Pietro Brogiolo e si sofferma sul periodo che va dal 400 al 700, ossia dalla crisi seguita alla caduta della parte Occidentale dell’impero Romano, che sopravviveva nella sua parte Orientale con la sua Capitale Costantinopoli, fino al consolidamento delle nuove formazioni istituzionali e politiche sorte dalle sue ceneri. Un percorso ricco di spunti e un evento che riesce con successo a definire, nel lungo periodo, un quadro delle trasformazioni strutturali (nelle istituzioni, nell’organizzazione dell’insediamento nelle città e nelle campagne, nel ruolo delle aristocrazie e della Chiesa) per poter meglio apprezzare i cambiamenti introdotti nel primo secolo di dominazione longobarda. Il filo conduttore che il visitatore può cogliere è quello del confronto culturale e della progressiva fusione tra i barbari e le popolazioni preesistenti, in parte romanizzate ed in parte ancora fieramente depositarie degli antichi modelli culturali di derivazione celtica e celto-ligure: scontro e incontro tra culture in un periodo storico cruciale per la storia europea. Un percorso di grande successo che si è sviluppato intrecciando diversi orizzonti geografici, dall’Occidente Cristiano all’area mediterranea, e ritagliando una posizione di privilegio a vantaggio del Piemonte.
Il Piemonte riveste un ruolo di primo piano in questa mostra non solo perché la ospita, ma anche per ragioni storiche e per la qualità e quantità dell’informazione prodotta dalla ricerca archeologica. In età longobarda era una regione chiave sia per la sua posizione geografica di confine con i Franchi, saldamente insediatisi nella Val di Susa fin dagli anni ’70 del VI secolo, sia per il ruolo esercitato dalle aristocrazie longobarde locali, in grado di esprimere, tra fine VI e prima metà del VII secolo, re come Agilulfo (590-615) e Arioaldo (626-636), entrambi duchi di Torino. La sua importanza politica è confermata dalla ricchezza dei ritrovamenti archeologici della fase gota e longobarda, a partire da quello recente e eccezionale di Collegno (a pochi chilometri da Torino, lungo la strada per le Gallie), dove si sono potuti indagare parallelamente l’abitato e la necropoli. Questo contesto storico fa da cornice a trasformazioni strutturali nelle istituzioni, nella cultura, nell’economia e nella società, trasformazioni che la mostra intende delineare pur nei limiti della conservazione dei manufatti.
Il progetto espositivo ha il suo completamento presso la splendida Abbazia della Novalesa, fondata nel 726 dal nobile franco Abbone, dove viene proposta una selezione di sculture e di altri manufatti artistici che illustrano l’evoluzione dell’arredo liturgico nell’area piemontese e valdostana tra il VI e il IX secolo.

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