sabato 17 novembre 2007

Albanesi al voto per l'Indipenza


(AGI/EFE/AFP) - Pristina, 17 nov. - Alle 7 del mattino 2.350 seggi si sono aperti in Kosovo per elezioni generali sul cui sfondo si staglia la mai sopita aspirazione all'indipendenza dalla Serbia della maggioranza albanese; rimarranno aperti per dodici ore. L'emittente 'Radio Kosova' ha riferito che fin dai primi istanti si sono formate code di elettori, in tutto un milione e mezzo circa gli aventi diritto, pronti a deporre le schede nell'urna: ma, con ogni probabilita', la loro appartenenza e' e rimarra' una sola. Si rinnova il Parlamento di Pristina, con un sistema proporzionale complesso: cento dei centoventi seggi complessivi si assegnano in forma diretta. Gli altri venti sono riservati ai gruppi minoritari, la meta' dei quali ai serbi, che contano centomila anime, e che pero' hanno ripetutamente ribadito l'intenzione di boicottare la consultazione, la terza nella regione dalla fine della guerra nel '99, per non legittimare un apparato istituzionale dal quale uscira' il prossimo governo, che tutti si attendono proclami nel giro di poche settimane il definitivo distacco da Belgrado; a dispetto del fatto che e' tuttora in corso l'ultima tornata di trattative tra parti contrapposte sul futuro status del territorio: finora senza il minimo compromesso, nonostante l'opera di mediazione della 'Troika' foprmata dai rappresentanti di Unione Europea, Stati Uniti e Russia, che il 10 dicembre dovranno sottoporre all'Onu un rapporto sull'esito negoziale, che si annuncia esso stesso di difficile stesura.

Del resto, ancora ieri il premier uscente Agim Ceku, malgrado fosse la tradizionale giornata di 'riflessione' pre-elettorale, non ha evitato di dichiarare pubblicamente che il Kosovo punta a dichiararsi indipendente "pochi giorni dopo" la presentazione della relazione della 'Troika' al Palazzo di Vetro. In realta', la secessione kosovara dalla piu' grande delle Repubbliche ex jugoslave e' considerata dagli albanesi scontata al punto che, in realta', la campagna si e' concentrata essenzialmente su temi alternativi, in particolare sullo svilppo economico. Il rischio e' che, a prescindere dai risultati del voto odierno, si apra un processo finale i cui meccanismi saranno di ben altra natura; e che se ne scateni l'ennesimo 'effetto-domino' balcanico, con le aree serbe decise a loro volta a staccarsi dai rispettivi territori di pertinenza, non necessariamente soltanto da quello kosovaro. Rimanendo sul piano squisitamente elettorale, seppure con un margine risicato i sondaggi vedono favorito il Pdk, il Partito Democratico del Kosovo guidato dall'ex capo guerrigliero Hashim Thaci: dovrebbe conseguire almeno il 31 per cento, e gia' questo e' molto significativo. Segue la Ldk, la Lega Democratica del Kosovo che fu del 'padre della patria', il defunto Ibrahim Rugova, ora affidata al presidente Fatmir Sejdiu: e' accreditata del 29 per cento. La sorpresa e' indicata nell'Akr, l'Alleanza Nuovo Kosovo creata dal nulla dal magnate dell'edilizia Behgjet Pacolli: potrebbe arrivare al 16 per cento, e diventare cosi' l'inevitabile ago della bilancia.

In lizza nelle 623 circoscrizioni elettorali sono comunque globalmente 97 tra partiti, cartelli e liste indipendenti. Si vota anche per eleggere i consigli municipali, e si scelgono i sindaci di trenta Comuni. Le prime proiezioni, del tutto ufficiose, arriveranno a tarda sera, mentre per i primi risultati ufficiali occorrera' attendere non meno di due o tre giorni: sempre che nel frattempo non accada qualcos'altro, che sarebbe tuttavia improprio definire imprevedibile, assai meno qualificare come ineluttabile. Anche lo scongiurare lo scenario piu' fosco rientra tra i difficili compiti dei centocinquanta esperti inviati dal Consglio d'Europa, e dei 2.500 osservatori locali

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